Amaurys Perez, Campione del Mondo a Shanghai 2011 e Argento Olimpico a Londra 2012 con il Settebello, oggi membro dello staff tecnico della Sis Roma, è intervenuto ai microfoni di Centro Suono Sport 101.5 nel corso della trasmissione A Tutto Sport. Queste le sue parole:

Che partita si aspetta contro la Brizz?
«Sarà molto ostica, loro sono una squadra in crescita e sono molto organizzati. Dobbiamo essere molto concentrati, come ogni sabato».

Come ti spieghi l’andamento non proprio perfetto in Champions League?
«Non ci vogliamo giustificare, ma abbiamo fatto la scelta societaria di voler crescere e voler far crescere le ragazze giovani che ci sono in rosa. In casa siamo stati un po’ sfortunati, succede anche questo nello sport. Fuori casa, in Spagna che ha più qualità rispetto al campionato italiano, ce la stavamo giocando. Siamo fiduciosi, le ragazze sono in crescita e non vogliamo mollare».

L’obiettivo è raggiungere i play-off?
«Dobbiamo raggiungerli, senza alcun dubbio. Non ci sono altre vie. Durante la pausa per gli Europei dobbiamo recuperare energie fisiche e psicologiche, si vede che le ragazze sono stanche e hanno bisogno di riposare. Vogliamo approfittare di ogni partita per crescere, sia in campionato sia in Champions League. Vogliamo pensare a noi stessi, posso restare anche fino a mezzanotte in acqua senza voler uscire. Dobbiamo mantenere alta la concentrazione. L’obiettivo stagionale è la finale scudetto, vogliamo raggiungere questo traguardo perché siamo ambiziosi».

Questa pausa vi aiuterà?
«Assolutamente sì, ci serve per recuperare fisicamente, mentalmente e anche tatticamente».

Che cosa l’ha convinta a entrare a far parte di questo progetto?
«Il Presidente e l’allenatore, mi hanno convinto. Quest’esperienza è meravigliosa, è la prima volta che faccio parte di uno staff femminile dopo quarant’anni in uno spogliatoio maschile. Le ragazze mi stanno aiutando tanto. Nello spogliatoio maschile a volte dai le cose per scontato, in quello femminile devi ripetere più volte le cose e avere tanta pazienza ma, nel momento in cui si aprono verso di te, ti danno il cuore».

Come vive la pallanuoto, dalla panchina?
«Stando fuori posso dire che è un altro sport, totalmente. Vorrei mettermi la calottina e tuffarmi in acqua ma il fisico non me lo permette. Questo sport per me è una malattia, vivo e dormo di pallanuoto».

Quale è il suo più bel ricordo delle Olimpiadi?
«Quando siamo arrivati in finale, a Londra 2012, battendo la Serbia. Mi sono chiuso nello spogliatoio per cinque minuti, ripetendomi che non ci credevo e che non era possibile. Per l’età che avevo sapevo che sarebbero stati i primi e gli ultimi giochi olimpici. Partecipare e andare via con una medaglia è stato fantastico, mica poco!».

Meglio la pallanuoto o Ballando con le Stelle?
«Con tutto il rispetto per la televisione, la pallanuoto è la pallanuoto. Dirò di più: Ballando con le Stelle è molto meno faticoso, in preparazione ai giochi olimpici ci allenavamo 8 ore al giorno per tre mesi».

Marcello Spaziani