Giuseppe “Pino” Allievi, storica firma del giornalista italiano del MotorSport e in particolare della F1, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Centro Suono Sport 101.5 durante la trasmissione A Tutto Sport. Queste le sue parole:

E’ una fortuna che Abu Dhabi sarà l’ultima gara di questo campionato?
«In un certo senso sì, ha preso una piega decisa fin dall’inizio e poi andando avanti ci sono state solo conferme, non è cambiato molto. Secondo me 22 gare sono troppe, dovevano essere addirittura 23 o 24 ma sarebbe stato assurdo. Ormai la sete di denaro ha superato lo sport, non c’è più tempo per recuperare gareggiando ogni una o due settimane e team e piloti poi ne risentono».

Il Mondiale della Ferrari è stato fallimentare o ci sono stati dei segnali positivi?
«La Ferrari nelle ultime gare ha avuto qualche sintomo di risveglio, ma comunque è stato un Mondiale fallimentare. Vasseur quando è arrivato a Maranello ha affermato di voler fare meglio del 2022, in cui la Ferrari è arrivata seconda, quindi voleva vincere: qualche volta è successo, non si capisce se per meriti della Ferrari o per demeriti della Red Bull».

Quante colpe ha Vasseur?
«Vasseur non ha tante colpe, la F1 non è come il calcio in cui i cambiamenti possono essere immediati. In F1 quando sbagli una macchina i tempi di recupero sono lunghi, e gareggiando molto spesso diventa ancora molto più difficile. Vasseur ha fatto come Binotto, arrivando secondo o terzo resta comunque tra i perdenti. A Vasseur darei un 6 mentre alla Ferrari 5. I piloti hanno fatto il massimo, darei 8 a entrambi perché hanno dato l’anima: hanno commesso errori, ma perché quando non hai una macchina competitiva e sei perennemente in affanno è più facile sbagliare».

Se dovesse scegliere, chi sceglierebbe tra Sainz e Leclerc?
«I risultati danno ragione a Sainz, ma Leclerc è Leclerc. Sono due piloti complementari, con caratteristiche diverse. Sainz è analitico e ragionatore, Leclerc è molto istintivo con un talento fuori dal comune. Non sceglierei uno dei due, con una macchina competitiva sono ».

Quali sono i problemi che la Ferrari dovrà affrontare?
«Deve risolvere i problemi, che sono quelli antichi. L’aereodinamica in F1 è fondamentale, serve per tenere incollata la macchina a terra anche se il motore non è dei più potenti. Quest’anno è andato via Sanchez direzione McLaren, il capo dell’aereodinamica, ma il fatto che la Ferrari non sia stata sviluppata bene mi fa pensare che la partenza di Sanchez abbia inciso».

Che cosa ci dobbiamo aspettare dalla prossima stagione?
«Le macchine non cambieranno quindi la Red Bull è già in vantaggio, ma spero che la Ferrari e anche la Mercedes riescano a fare un salto in avanti per vedere i piloti come Leclerc e Hamilton battagliare maggiormente con Verstappen».

Quale è la sua opinione in merito alla Sprint Race?
«La Sprint è una delle più grosse fandonie della F1, non serve a niente. E’ come fare un Roma-Lazio o Milan-Inter facendo giocare il giorno prima le riserve in un 6vs6. Lo sport è bello perché c’è l’attesa, non ha alcun senso perché i piloti non rischiano. Le qualifiche sono incomprensibili, i piloti non la sentono e non la vogliono. Se fai un incidente il sabato rischi di risentirne la domenica, quindi non sono d’accordo con questo format. Come me la pensa anche Verstappen, che ha vinto gli ultimi 3 mondiali».

Verstappen potrà mai raggiungere i livelli di Schumacher e dei grandi campioni della storia della F1?
«Impossibile fare una previsione. Lui è il più bravo, ma ha anche la macchina migliore come accaduto con Hamilton. Verstappen è un fenomeno come Schumacher, Senna e Hamilton, ma bastano 3 annate scadenti per fare crollare il morale e scomparire. Sicuramente, però, è tra i più grandi mai visti in F1».

Abu Dhabi sarà l’ultimo Gran Premio dell’Alfa Romeo: come valuta il suo percorso in F1?
«Bilancio negativissimo, non hanno mai combinato niente pazziandosi sempre in fondo alle qualifiche e alle classifiche. Mi aspettavo questo, quando un marchio come l’Alfa Romeo si affida alla Sauber non ci si può aspettare molto. Il motore era Ferrari, il telaio era svizzero: Alfa Romeo era solo un marchio pubblicitario. E’ molto più italiana l’AlphaTauri che l’Alfa Romeo. Dall’Alfa Romeo è nata la Ferrari, quindi è molto bello che il marchio seppur in questo modo sia presente in F1. L’Alfa Romeo ha vinto i primi due campionati della storia, negli anni ’50».

Marcello Spaziani